Pieno di fascino e mistero
Argimusco: la Stonehenge siciliana dei Monti Nebrodi
Argimusco, singolare anche nel nome, è un sito posto in uno degli altipiani più affascinanti della Sicilia. Si trova sui Monti Nebrodi, in provincia di Messina a circa 1200 metri di altitudine e, precisamente, nel territorio di Montalbano Elicona. Caratterizzato da un imponente Complesso Megalitico, è un luogo particolarmente misterioso e affascinante, un vero e proprio “spazio di culto”. Come emerso da recentissimi studi, è adeguato per creare suggestivi effetti scenici, adatti alla ritualità sacra, per la particolare ambientazione e conformazione del territorio.
Il Complesso Megalitico
Il complesso megalitico siciliano dell’Argimusco ha suscitato, altresì, vivo interesse per il campo esoterico e archeoastronomico. In quest’altopiano sembra che, nel corso dei secoli, si siano consumati rituali sacri, per lo più riferiti alla fertilità della terra, alla stregua di Stonehenge.
Il sito presenta una conformazione naturale e una struttura tale da rendere superfluo o, quantomeno, poco determinante e visibile l’intervento umano. È un complesso spaziale unico, caratterizzato da numerose rocce arenarie, dalle suggestive forme zoomorfe e antropomorfe. Le affascinanti sagome in esso visibili fanno pensare alla millenaria erosione da parte degli agenti atmosferici, sebbene non possa escludersi che, nel corso dei millenni, questo luogo non sia rimasto indenne da interventi di natura umana.
L'Antropologia e l'Argimusco
A oggi non esistono studi approfonditi e sistematici di natura “antropologica” sul sito, al fine di valutare sia la sussistenza, sia il grado di eventuale incidenza dell’uomo, nei millenni. Solamente di recente sono stati avviati studi volti a determinare l’effettivo intervento umano nel sito. Intervento alquanto scontato dato che, su alcune rocce, sono presenti vasche dalle forme perfettamente circolari e rettangolari che non possono non essere realizzate, per via della loro perfetta simmetria, da esseri umani.
I culti legati alle pietre hanno ataviche e congenite origini per la loro intrinseca manifestazione del sacro e il sito dell’Argimusco fa risalire l’origine dell’interazione umana già dall’età del bronzo (3400 – 600 A.C.).